LO STATO POLIZIOTTO

di Riccardo Terzi

Nel giro di pochi anni, abbiamo assistito alla crisi progressiva della famosa formula del centro sinistra, ed oggi sarebbe difficile vedere una qualche differenza fra l’attuale governo ed i vecchi governi centristi, i quali almeno non avevano l’aria e la presunzione di presentarsi come governi di sinistra.

E i socialisti? Sarebbe sbagliato dire che son restati con le braccia incrociate. Si sono mossi invece, ma nella direzione sbagliata, preoccupati solo di dimostrare la loro lealtà all’ordine costituito, il loro senso dello Stato, con il risultato di diventare più conservatori dei conservatori. I socialisti, entrati nel governo con la volontà molto timida di cambiare qualcosa, da timidi sono divenuti sfrontati, hanno preso sul serio la loro funzione di ministri, e guai a chi si azzarda a fare delle critiche o pensa a qualche rinnovamento.

È una vicenda triste, ma bisogna tenerne conto.

Nel corso di quest’anno, le occasioni per chiarire le proprie posizioni politiche non sono certo mancate, e da tutte queste occasioni il governo è uscito con un volto reazionario, dimostrando di rappresentare tutto ciò che in Italia si oppone al progresso, il lato peggiore della nazione.

Si è discussa al Senato la Legge di Pubblica Sicurezza, ed il governo ha proposto e fatto approvare una “riforma” che ripropone, peggiorata, la vecchia legge fascista.

Vengono aumentati i poteri del governo, dei prefetti, della polizia, e cioè di tutti quegli organi che non sono la espressione diretta della volontà popolare; e si giunge a prevedere la possibilità di uno “stato di assedio” che consente al governo di assumere poteri eccezionali, al di fuori di ogni controllo democratico.

Strana concezione della democrazia! Nei momenti decisivi, quando si tratta di compiere delle scelte che interessano tutta la vita della nazione, allora la democrazia è sentita come un pericolo e deve essere limitata.

Si vuole, insomma, una democrazia burocratica, controllata dall’alto. Ed ecco che allora la polizia diventa il sostegno di questo stato democratico: la polizia controlla la vita dei cittadini, decide quali diritti debbono essere concessi e quali no. Il governo di centrosinistra non ha voluto cambiare metodo di governo, ha deciso di dirigere il paese con lo stesso stile di Scelba e Tambroni. Lo stato italiano deve essere uno stato poliziotto; su ciò sono concordi democristiani e socialisti. Ma questo e il segno della loro debolezza: se per governare hanno bisogno delle repressioni poliziesche e dello spionaggio organizzato, ciò vuol dire che il loro potere è debole, che non possono contare sull’appoggio consapevole del popolo.

Uno stato autoritario, dunque, ma per fare quale politica? Si trattasse di una specie di gollismo italiano, la nostra opposizione potrebbe essere meno aspra. Invece no. La politica del governo è la politica americana, l’appoggio incondizionato a tutte le iniziative, anche a quelle criminali, degli Stati Uniti.

C’è stata la guerra nel Medio Oriente, una guerra istigata dagli imperialisti. Ebbene, il governo italiano, con i socialisti in prima fila, si è sentito all’improvviso animato da spirito guerriero e, dopo tante false parole sulla pace, ha esaltato le imprese dell’esercito di Israele, di questo povero Stato “indifeso” che, per difendersi dalle parole, ha dovuto scatenare la guerra, conquistare il territorio di altri, gettare nell’allarme il mondo intero.

E ora si discute della NATO. Ma c’è chi non vorrebbe nemmeno discuterne e vorrebbe rinnovare, senza tante complicazioni, la nostra adesione a questo patto militare, che è lo strumento della politica imperialista. La guerra nel Vietnam, il Medio Oriente, il fascismo in Grecia: non sono questi motivi sufficienti per farci riflettere, per farci capire che gli interessi dell’Italia e della democrazia non possono coincidere con gli interessi imperialisti degli Stati Uniti? Il governo è sordo a queste esigenze, non ha sentito l’eco delle grandi manifestazioni di popolo per la pace e per la democrazia. E allora bisogna cambiare governo.



Numero progressivo: G95
Busta: 7
Estremi cronologici: 1967, settembre
Autore: Riccardo Terzi
Descrizione fisica: Pagina quotidiano
Tipo: Scritti
Serie: Scritti Politici - PCI -
Pubblicazione: “La nostra lotta”, settembre 1967