IL PARTITO COMUNISTA STRUMENTO DI LOTTA

di Riccardo Terzi

Sta per finire la parentesi estiva del governo Leone e fra poco ricominceranno le solite faticose trattative fra i partiti del centrosinistra, nelle quali si discuterà non tanto dei programmi da realizzare, ma soprattutto come al solito dei posti da distribuire fra le varie correnti.

Il congresso socialista è finito nel marasma e nella confusione generale senza aver fornito nessuna concreta prospettiva di lotta, e sempre più soffocante diventa il clima politico all’interno dei partito di Rumor. In questa situazione, di crisi di tutta la nostra classe dirigente, responsabile delle cose sbagliate che ha fatto e di tutte le molte cose che non ha voluto fare, diventa importante fare del PCI un grande partito popolare di massa, l’unico che di fronte alla grande ondata della protesta e della ribellione, non si riduca alle prediche sterili ma indichi una linea di lotta, di azione, perché finalmente si ponga mano ad un radicale mutamento di tutta la situazione politica italiana.

Ecco allora, il significato della campagna per il tesseramento ai partito: chi vuole lottare, chi vuole battersi per nuove condizioni di vita, non può rimanere isolato, ma deve trovare nel partito il suo strumento di lotta.

Iniziamo questa campagna di tesseramento per il 1969, forti dei successi politici raggiunti dal nostro partito, coscienti del grande prestigio di cui godiamo tra tutti i lavoratori italiani. Le elezioni politiche del 19 maggio sono state la prova di questa nostra forza, ed è appuntò fra i lavoratori coscienti, tra i giovani, fra le donne, fra tutti quelli che hanno detto di no al centro sinistra, che noi dobbiamo reclutare nuovi militanti per il partito, dando una prospettiva ed un lavoro concreto da svolgere a chi ha maturato in se stesso la ribellione contro le ingiustizie di questa società corrotta e squilibrata. Nello stesso tempo, si apre nel nostro partito il dibattito congressuale, sulla base del progetto di tesi preparato dal Comitato centrale.

E noi vogliamo che questo dibattito sia, come è nelle nostre tradizioni, il momento reale di democrazia, che consenta ad ogni singolo militante di sviluppare tutte le proprie capacità creative, ed un momento di unità del partito, senza nulla concedere alla lotta intestina delle frazioni, nella convinzione che l’unità politica del partito rivoluzionario è un bene troppo prezioso perché possa essere sacrificata egli interessi e alle opinioni personali.

L’unità nella lotta, lo slancio nel lavoro per rafforzare l’organizzazione del partito, la fermezza delle nostre posizioni rivoluzionarie, contro ogni cedimento socialdemocratico, sono queste le prospettive che noi indichiamo ai compagni e a tutti i lavoratori.

Mentre la borghesia cerca di rattoppare le sue contraddizioni, noi dobbiamo farle esplodere, perché sia finalmente possibile risanare la società italiana.

E solo un forte e organizzato partito di classe come il nostro, può assumersi il compito di dirigere i lavoratori nella lotta per la libertà e per il socialismo.



Numero progressivo: G89
Busta: 7
Estremi cronologici: 1968, 1 novembre
Autore: Riccardo Terzi
Descrizione fisica: Pagina quotidiano
Tipo: Scritti
Serie: Scritti Politici - PCI -
Pubblicazione: “Nuova Sesto”, 1 novembre 1968