COMITATO ESECUTIVO REGIONALE CGIL OTTOBRE 1989

Sintesi della relazione di Riccardo Terzi

1) Il confronto con il Governo.

Il giudizio sulla manovra economica del governo non può che essere critico, in quanto non c’è nessuna misura significativa, di riforma, nessuna capacità di intervento sulle cause strutturali del debito pubblico. Il governo cerca di evitare uno scontro diretto con il sindacato rinviando le scelte e seguendo una linea di galleggiamento fino alla scadenza delle elezioni amministrative: di qui la difficoltà ad individuare un terreno concreto di iniziativa sindacale, anche per la diversità di valutazioni tra CGIL, CISL e UIL.

Dopo il grande movimento di lotta, sul fisco e sui ticket, l’iniziativa sindacale può riprendere non con una generica opposizione alla legge finanziaria, ma su alcuni obiettivi concreti:

a) rilancio nella sua integrità della piattaforma sindacale per la riforma fiscale;

b) definizione di proposte per la riduzione del debito pubblico;

c) politica sanitaria, con la necessaria precisazione di una linea alternativa al progetto De Lorenzo;

d) riforma del sistema previdenziale;

e) strategia di intervento per il Mezzogiorno;

f) riforma della pubblica amministrazione, delegificazione del rapporto di pubblico impiego, separazione delle funzioni di indirizzo politico e di gestione amministrativa;

g) ambiente e aree urbane.

Si tratta di costruire su questi punti un’iniziativa lombarda, riprendendo ispirazione politica dall’Assemblea regionale sul “nuovo regionalismo”, Particolare rilievo può assumere un’iniziativa sull’ambiente che investa tutti i diversi livelli istituzionali.

 

2) Negoziato con la Confindustria.

Si sono finora acquisiti alcuni risultati positivi, con la definizione di nuove relazioni sindacali, a livello centrale e decentrato, e con l’accordo sulla formazione, che dovrà avere in Lombardia una fase di sperimentazione.

Mentre restano difficoltà di merito ancora molto rilevanti e valutazioni diverse tra le confederazioni, la CGIL conferma la sua· volontà per una conclusione positiva del negoziato, e anche la Confindustria sembra interessata ad un accordo con le tre confederazioni, tenendo conto del pluralismo esistente in campo sindacale.

Resta aperta la questione sui CARS, bloccata attualmente dall’indisponibilità della UIL a procedere ad un accordo. Per quanto ci riguarda, confermiamo una valutazione complessivamente positiva, con i punti di chiarimento che abbiamo individuato circa l’estensione dell’accordo ai settori del terziario e del pubblico impiego, e circa la definizione di regole di garanzia democratica nel rapporto con i lavoratori.

Resta aperto il problema delle piccole imprese che dovrà essere affrontato anche con un rilancio della pressione politica per un intervento legislativo.

Sul costo del lavoro, va tenuto fermo il carattere “non negoziale” del confronto, che dovrà servire alle parti sociali a determinare nella loro autonomia comportamenti adeguati, senza nessuna centralizzazione che svuoti l’autonomia della contrattazione di categoria.

Su questo punto, la posizione della CGIL assume un valore di principio, tenendo ben fermi i confini del negoziato che fin dall’inizio sono stati individuati.

La ricerca di soluzioni e di proposte per una riforma della struttura del salario e per misure di fiscalizzazione strutturale degli oneri sociali può utilmente essere perseguita, con l’obiettivo di ridurre la forbice tra costo del lavoro e retribuzioni reali. Ma non può essere la precondizione per l’apertura dei contratti, non essendo giustificato l’allarmismo della Confindustria sul costo del lavoro ed esistendo spazi reali per avviare alla loro naturale scadenza i confronti contrattuali.

Né esistono ancora le condizioni per un confronto triangolare con il governo, essendo necessaria un’elaborazione concreta di proposte, una contestualità di misure di fiscalizzazione e di nuovi interventi fiscali in peso equivalente, ed essendo necessario far maturare a questo fine le necessarie convergenze.

 

3) Contratti.

Positivo è il giudizio sul lavoro svolto in Lombardia tra la CGIL regionale e le categorie dell’industria, che ci ha consentito di individuare alcune linee guida per la prossima stagione contrattuale, di superare la contrapposizione schematica tra rivendicazioni salariali e di riduzione dell’orario.

Il tema dell’orario può avere un rilievo centrale, seguendo una linea di grande articolazione, con l’individuazione di diversi regimi d’orario, e con la richiesta di riduzione per tutti i lavoratori, ma in modo differenziato.

D’altra parte, la politica salariale deve essere vista non solo in riferimento ai prossimi contratti nazionali, ma tenendo conto degli spazi che dovranno essere costruiti nella contrattazione decentrata, dove in modo più efficace può essere affrontato tutto il rapporto salario-professionalità-organizzazione del lavoro.

La riflessione sugli orientamenti della contrattazione è ancora in corso, nella CGIL nazionale e nelle categorie, e dovrà raccordarsi con le scelte generali compiute a Chianciano sul tema dei diritti, e sull’esigenza di rappresentare e di valorizzare le diversità esistenti nel mondo del lavoro.

Nuovo rilievo dovranno avere anche i temi dell’ambiente e della sicurezza, e della formazione.

La CGIL regionale e le categorie regionali, che hanno avviato una riflessione positiva, influendo anche sul dibattito nazionale, sono impegnate nell’approfondimento ulteriore di tutti questi problemi.


Numero progressivo: A32
Busta: 1
Estremi cronologici: 1989, 23 ottobre
Autore: Riccardo Terzi
Descrizione fisica: Pagine rivista
Tipo: Relazioni
Serie: Scritti Sindacali - CGIL -
Pubblicazione: “Nota settimanale della CGIL Lombardia”, n. 34, 23 ottobre 1989, pp. 1-2